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INTERVIEW: ATRIUM ANIMAE "VISIONI SACRE"
INFERNO ROCK MAGAZINE [JUNE 2011] 2011 | JUNE

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Atrium Animae: "Visioni Sacre"
Interview by Roberto Alessandro Filippozzi

 

Abbiamo scoperto gli Atrium Animae quasi per caso, rimanendo subito sopraffatti dalla bellezza del loro suono gothic fortemente neoclassico. Alessia Cicala (Essences, Chirleison) e Massimiliano Picconi, coppia in arte e nella vita, sono due persone con cui è un piacere avere a che fare, oltre a due grandi artisti, ma ancor più piacevole per chi scrive è stato aiutarli a siglare un prestigioso contratto con l'americana Projekt, attraverso il quale, partendo dal debut Dies Irae, potranno dare ulteriore lustro alla scena italiana a livello internazionale. A loro la parola.....

 

Nel dare forma alle vostre idee, come avete suddiviso i compiti e quali finalità avete individuato per la vostra avventura artistica?

 

Il primo pezzo (non incluso in “Dies Irae”) non aveva un testo. Alessia compose una linea vocale incentrata su vocalizzi e suoni che somigliavano a delle parole. Ancora non era chiara l’idea del progetto. Una domenica mattina, mentre ascoltavamo “Rex Gloriae” nella sua prima stesura, ci convincemmo che il pezzo necessitava di un testo. Alessia ha composto alcune delle liriche nei suoi precedenti progetti. Lei ama scrivere…ma le sue liriche sono più delle parole dipinte su quadri ..sentiva, invece, che la musica di Massimiliano evocasse qualcosa di antico…di profondamente drammatico e cominciammo a sfogliare dei vecchi libri, alcuni legati alla “Sacra Rappresentazione” nel teatro religioso del Medio Evo.
Ci soffermammo sui drammi cristiani medioevali, e, in particolare, su elementi tipici dei drammi liturgici chiamati tropi, consistenti nello sviluppo di brani dialogici del Vangelo, ricchi di elementi rappresentativi e simbolici, in genere caratterizzati da recitazione alternata, dal canto corale, dall’equilibrio tra il dialogo e la musica come strumento di enfasi per gli elementi drammatici o scenici, e la cui esecuzione veniva affidata ai chierici.
A questo punto ci apparve tutto chiaro…
Ovviamente, essendo l’origine di tale forma di dramma attribuibile al Concilio di Costantino (anno 692), caratteristiche tipiche risultano la tendenza alla omofonia o allo sviluppo della voce superiore, dalla quale noi ci discostiamo, in quanto le nostre partiture sono rigorosamente polifoniche.
Dal punto di vista compositivo, accanto ad alcune necessarie suddivisioni di compiti di natura strettamente tecnica, partendo da un’idea iniziale, generalmente costituita da linee vocali o da parti strumentali (anche molto differenti tra loro), adottiamo poi un processo costituito da una serie di passi nei quali vengono definiti gli strumenti, le voci, le transizioni, in accordo con i testi utilizzati, parte integrante del processo di sviluppo.
E’ un processo molto lungo: nonostante le nostre mutue affinità, abbiamo comunque due punti di vista differenti su molti aspetti del progetto e sulla visione dei temi trattati, che vanno pertanto ad influenzare la composizione, la struttura e l’arrangiamento dei pezzi. Non va poi sottovalutato il fatto che esiste un forte legame tra noi, privo di barriere e sovrastrutture, data la natura del nostro rapporto, che entrambi siamo dotati di una propensione verso il controllo totale del processo creativo, e che i brani sono composti da numerose tracce e dotati di una certa complessità compositiva.
E’ importante per noi sottolineare l’estrema importanza che viene data alla fase di raccordo tra le varie parti che compongono ogni singolo brano, e alla fase di transizione tra i brani, che ha richiesto da parte nostra una particolare cura e attenzione, e avvertibile esclusivamente attraverso un ascolto del disco nella sua interezza.
Per i motivi citati, si è reso necessario porre i pezzi in differenti stati di attesa di durata variabile, e ha avuto come conseguenza la creazione di numerose revisioni dello stesso brano (centinaia di revisioni in qualche caso) prima del raggiungimento di uno stato accettato da entrambe le parti, e di lunghissimi tempi di realizzazione.
Contestualmente, tale processo ha donato un senso di omogeneità all’intero disco, caratteristica necessaria per una delle finalità che ci eravamo proposti, ovvero la realizzazione di un concept album.

 

Massimiliano, Atrium Animae è la tua prima esperienza ufficiale come band: qual è il tuo background, musicalmente parlando, e come ti sei ritrovato a cimentarti professionalmente con la musica?

 

MASSIMILIANO: La musica è sempre stata la mia passione. Mi reputo un ascoltatore attento. Ovviamente ho le mie preferenze per quanto riguarda musica e generi musicali. Ma non avevo mai pensato di cimentarmi seriamente in un progetto musicale. Non ne avevo mai sentito l’esigenza. Ho invece pensato più spesso all’attività di critico musicale, o cinematografico. Devo quindi ringraziare Alessia se tutto ciò è stato possibile…

 

Alessia, il tuo passato parla da solo, con gli Essences prima e coi Chirleison dopo. Eppure è evidente il tuo ulteriore salto di qualità a livello vocale, ben evidenziato dal vostro debutto come Atrium Animae: come hai lavorato sulla voce per spingerti oltre il tuo ragguardevole passato canoro?

 

ALESSIA: Ti ringrazio tantissimo Roberto… per anni ho cantato in un coro polifonico come soprano. Poi ho avuto dei seri problemi alle corde vocali e mi sono dovuta fermare. Decisi di utilizzare la voce potendo scegliere che registro usare, e per questo l’esigenza di comporre sempre da me le linee vocali. Sia negli Essences che nei Chirleison le composizioni erano legate ad uno stile musicale che richiedeva un registro vocale da mezzo soprano. Con Atrium Animae è nata l’esigenza di sperimentare le note basse. Ho lavorato molto sul registro da contralto. A volte decidevo di registrare la mattina presto per poter sfruttare maggiormente le tonalità basse. La mia voce è comunque cambiata da un paio d’anni. E’ più baritonale. Questo mi ha dato modo di cantare più parti di diverse tonalità e armonizzarle come si usa nella musica polifonica. Nel brano “Rex Gloriae” c’è stata l’esigenza di contrapporre alla mia voce quella di un basso (Paolo Meloni), mentre nella parte centrale lo stesso Paolo duetta con mia sorella Barbara Cicala che nasce come vero contralto. Esperimento a nostro modesto parere riuscitissimo. Sono soddisfatta del lavoro fatto e, credimi, non lo sono mai…tendo ad essere insicura…e per questo cerco di raggiungere la perfezione, ma ti assicuro che ne sono ben distante. Credo sia giusto e onesto lasciare che le emozioni ti portino ad interpretare liberamente, anche se ciò comporta non essere perfetti...chi ascolta deve sentire l’emozione nella voce. Deve essere così.. 

 

Spesso i vostri brani assumono toni che non ho esitato a definire sacrali, e le citazioni dei salmi presenti all’interno del digipak lasciano pensare a più di una semplice connessione col mondo spirituale e della religione in generale… Quanto c’è di ‘sacro’ in “Dies Irae”, quali emozioni hanno illuminato la genesi dei vari brani e come vi rapportate al mondo spirituale e religioso?

 

ALESSIA: Questo è il tema più ricorrente nelle nostre riflessioni. Siamo due persone molto diverse e che sentono il progetto ognuno a proprio modo. E’ chiaro che ricorrere ai testi sacri può avere diverse interpretazioni, e vorremmo lasciare ad ogni ascoltatore la libertà di trovare o meno delle risposte o delle sofferte domande. In realtà siamo giunti alla conclusione che il disco non sia un disco prettamente sacro, ma un disco che racconta l’interpretazione del sacro da parte degli uomini. La visione che l’uomo ha di Dio, la visione e il racconto della fine della vita, dell’uomo che invoca il suo Dio affinché possa intervenire, maledire altri popoli, altre vite..e poi …il silenzio..

 

Siete interessati a cimentarvi anche dal vivo? Il supporto della Projekt potrebbe rivelarsi determinante per raggiungere platee importanti… E, nel caso di spettacoli live, come riproporrete i vostri brani on stage? Pensate di avvalervi di qualche ospite sul palco?

 

ALESSIA: Il progetto live è ancora lontano dai nostri pensieri. “Dies Irae” è un disco molto complesso sia per le parti strumentali che per linee vocali. Un live richiederebbe l’impiego di molti musicisti, e non siamo dell’idea che arrivare su un palco con tutte le parti registrate possa essere la soluzione migliore e onesta per il pubblico. Ci stiamo comunque pensando….
Per il momento ci stiamo concentrando sulla realizzazione di un film con la musica di “Dies Irae”, che verrà proiettato per la presentazione ufficiale del disco.

 

 

 

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