ATRIUM ANIMAE

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INTERVIEW: ATRIUM ANIMAE
"IL MEDITERRANEO MISTICO DEGLI ATRIUM ANIMAE, TRA ONDE SONORE E PROFUMI ANTICHI"
SOUNDS BEHIND THE CORNER [JULY 2011] 2011 | JULY

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Atrium Animae
"Il Mediterraneo mistico degli Atrium Animae, tra onde sonore e profumi antichi"
Interview by Nicola Tenani

 

I morti danzano, lo diceva Brendan Perry già negli anni ‘80 ma danzano i morti arcaici, forse perché la morte era parte del processo naturale degli eventi, oggi caricata di tutta una serie dogmatica di dolori e sfruttamenti economici del dolore.
Nella Sardegna di Alessia e Massimiliano la cultura della morte giunge noi con un carico impressionante di culti che baciano ed abbracciano tutta l’‘Europa pagana nordica con similitudini sconvolgenti: erano dei grandi navigatori in Sardegna, lo sanno anche gli egiziani che li vedevano attraccare, pirati, sulle loro coste.
Sono navigatori anche gli Atrium Animae: salpati dal Mediterraneo, veleggiando di notte tra bufere e divinità avverse, approdano sulle coste Atlantiche per giungere nel porto di Sam Rosenthal, fantastico armatore della flotta Projekt.
Complice il web: il veliero dalle vele enormi che se si sa navigare conduce in poche strambate ovunque, e questo vento di maestrale (anticamente mistral) è freddo come la morte, giunge sulle coste sarde dal Nord portando con se la cultura che i Nostri hanno fatto propria tra canti antichi e moderne interpretazioni.
Arcana e Dead Can Dance sono i riferimenti immediati ma sono tipici di chi si ferma ai primi suoni captati di forma mistico-etnica, la realtà vede gli Atrium Animae fratelli di splendidi act come Elend su tutti per quella punta, difficile nella gestione, di paganesimo misto a cristianità sepolcrale, catacombale, proto-massonica quasi nell’esistere tramite cori, tramite condivisione misterica comune.
Il suono, la musica guarda la neoclassicità oscura, scurissima nelle dilatate permanenze di tastiera e l’essenza degli Atrium Animae si esalta nella trance sonora e vocale del mantra europeo, la preghiera del vespro per chiedere al divino protezione nella notte, la notte simbolica, quella del buio emotivo.
Leggete con noi questa piccola chiacchierata: Massimiliano ed Alessia sono ancora una volta sulle nostre pagine protagonisti perché meritano di esserlo, dietro l’angolo oggi ci sono gli Atrium Animae.



(Nicola)Ragazzi di nuovo benvenuti tra le nostre pagine: nel farvi i complimenti vorrei vi presentaste ai nostri lettori: chi sono gli Atrium Animae?
Chi sono negli studi, nelle passioni, nel quotidiano!


(Alessia):Ciao Nicola, grazie davvero per le recensioni….splendide! Io ho iniziato a cantare fin da piccolissima nel coro della Chiesa, per poi arrivare a far parte di un coro polifonico come soprano per tantissimi anni.
E’ stata un’esperienza molto interessante e costruttiva. Arrivare a cantare Vivaldi e Mozart con un’intera orchestra era da togliere il fiato. A 11 anni ho studiato flauto traverso al Conservatorio di Musica di Cagliari. La mia prima esperienza discografica è stata con gli Essences (“Nebulare” – Energia 1997). Nel 2004 è invece uscito il disco dei Chirleison (“A Whisper” – The Fossil Dangeun 2004).
Ho, nel frattempo, fatto parte, per circa 4 anni, di un gruppo post rock che si chiamava Adaline, facendo molti concerti live e un disco autoprodotto. Nel 2001-2002 ho fatto parte di un gruppo di 10 elementi, tutti ottimi musicisti (Musica Dannata) cimentandomi per la prima volta con testi e musiche non originali nell’interpretazione di alcuni brani tratti dall’ "Opera da tre soldi" di Kurt Weill e Bertold Brecht.
Massimiliano è ingegnere; ha inoltre un Master e un Dottorato di Ricerca. E' alla sua prima esperienza come compositore e musicista.

(Nicola)Quanto tempo ha richiesto “Dies Irae” per divenire album?
Quali difficoltà ora che è pubblicato avete avuto nel comporre la musica, i testi, le parti vocali?


(Atrium Animae):“Dies Irae” è un concept album nato nel 2007.
La sua stesura e composizione è stata molto lenta, sia per le musiche che per le parti vocali. Non ci siamo posti vincoli di tempo.
Questa per noi era una delle condizioni necessarie.
Non abbiamo avuto particolari difficoltà. Siamo quasi sempre in sintonia. E quando c’è qualcosa che non ci convince, non esitiamo ad esternarlo.

(Nicola)Io sento una grande influenza Dead Can Dance, inutile negarlo, consequenziale anche l’affinità con Arcana ma ci sono alcuni aspetti che lasciano intravedere sviluppi di dark-folk nordico, quel dark-folk che nel background ha anche il pagan-metal, il doom-metal: sbaglio?

(Alessia):Noi ascoltiamo veramente di tutto…e io amo tantissimo anche il buon pop e …non so.. per noi i DCD sono stati fondamentali, ma anche Cocteau Twins, This Mortal Coil, Tindersticks, Nick Cave, Madredeus David Sylvian, Mazzy Star, Portishead, Radiohead e tanti altri, pur essendo distanti da loro..il pagan-metal o il doom-metal sono generi che io non ho mai ascoltato…

(Massimiliano):I DCD sono stati, e sono ancora oggi, punto di riferimento per gli artisti appartenenti a questo genere (e, aggiungerei, non solo).
L’importante è avere una propria identità. Non penso che un pezzo degli Atrium Animae possa essere scambiato per un pezzo dei Dead Can Dance. Questo e’ stato un punto sul quale io e Alessia abbiamo discusso per molto, molto tempo.
Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda, purtroppo anche io non ho mai ascoltato pagan-metal o doom-metal, mi dispiace…

(Nicola)Siete al debutto e vi trovate in Projekt: un bel colpo non vi pare?
Che cosa dite alle tante band che trovano asilo anche sul nostro magazine, band povere ed in parte disilluse dal music-system.
Ridate un po’ di coraggio a chi forse ha rinunciato a vedere il proprio lavoro pubblicato con i meriti dovuti…


(Atrium Animae):Non sappiamo se questo sia un caso isolato, ma dobbiamo dire che durante l‘ultimo anno e mezzo prima dell’uscita del disco - nel quale abbiamo dedicato del tempo alla ricerca di un’etichetta – abbiamo avuto proposte da differenti label, alcune delle quali molto note, e apprezzamenti da altri artisti e da riviste del settore.
In particolare, Roberto Alessandro Filippozzi di Darkroom Magazine è stato il nostro mediatore con la Projekt. Sam Rosenthal, ascoltati alcuni nostri brani, ha espresso parole lodevoli su di essi e ci ha invitato a firmare un contratto con lui.
La Projekt rappresenta il meglio a cui potessimo ambire. Siamo felici ed orgogliosi di farvi parte.
Abbiamo trovato in Sam non solo un produttore sensibile e attento a lasciare agli artisti piena libertà sugli aspetti legati al progetto, ma anche una persona disponibile e gentile…e questo per noi è fondamentale..Non sottovalutiamo inoltre gli aspetti legati alla promozione del disco. Anche in questo caso Sam sta facendo veramente un ottimo lavoro..

(Nicola)”Dies Irae” è molto bello ma mi chiedo: è difficile portarlo on stage?
Ci sono forme studiate nell’‘eventuale esibizione vostra su un palco?
Credo non dovrebbe essere difficile in futuro puntare ad Utrecht, Lipsia, Waregem, location europee dove la vostra musica ha molti, tanti estimatori.


(Alessia):Grazie Nicola per i complimenti.
Difficile portarlo on stage?
Purtroppo sì…il live è per il momento lontano dai nostri pensieri…poterlo realizzare significherebbe uno sforzo notevole. Necessiterebbe di un grande apporto di musicisti (archi, fiati e voci). Non vogliamo salire sul palco con suoni campionati e voci registrate…non è il live che ci piacerebbe offrire al pubblico…
Inoltre crediamo che la nostra musica si completi con le immagini. Per tale motivo stiamo valutando l’idea di realizzare un film con la musica di “Dies Irae”, da proiettare in concomitanza della presentazione ufficiale del disco.
Abbiamo già iniziato a lavorare a questo progetto. Tuttavia, per ora abbiamo deciso di sospenderlo, ma speriamo di avere importanti novità presto.
Consultate periodicamente il nostro sito, o iscrivetevi alle nostre pagine su Facebook: http://www.facebook.com/AtriumAnimaeOfficial (la pagina web ufficiale), e http://www.facebook.com/atriumanimae.

(Massimiliano):Nel frattempo è già disponibile online il trailer ufficiale del disco (sul nostro sito ufficiale www.atriumanimae.com, e su YouTube, Facebook e MySpace). Guardatelo, e, se volete, commentatelo!

(Nicola)Ora è il vostro turno: ragazzi io amo le storie, comincio ad accumulare anni e vorrei mi raccontaste, guardando la fotografia, una bella storia a riguardo…

(Alessia):In questa foto l’esecuzione del “Gloria” di Antonio Vivaldi del Coro Polifonico Francescano, ora Studium Canticum (io sono la quarta persona nella seconda fila partendo dall’alto).
Per me è stata la prima esperienza con l’orchestra.
Da anni cantavo nel coro come soprano e come solista ma quella esperienza fu per me entusiasmante..cantare con un’orchestra…beh… ho voglia di ripetere l’esperienza... magari proprio con Atrium Animae….avrei potuto scegliere un’altra foto…amo scrivere, sia testi che racconti…ho sempre avuto la forte necessità di imprimere come su carta fotografica le mie storie, i miei sogni o incubi, i profumi di luoghi lontani…i boschi e i fiordi norvegesi, le grandi scogliere della Bretagna…tante fotografie per riassumere la mia vita…non potrei sceglierne una…sarebbe come raccontare un attimo della mia vita e la mia vita è davvero complicata…

(Nicola)Continuiamo a parlare dell’album: è molto cupo, mistico ed opprimente eppure ci sono spazi di luce, bellissimi certi fiati: per il futuro una dimensione più eterea, fairy è ipotizzabile?

(Alessia):Io ho in cantiere il secondo disco dei Chirleison. Probabilmente il progetto si adatta maggiormente ad una dimensione più eterea e fairy..

(Massimiliano):Io e Alessia abbiamo dibattuto a lungo anche su questo aspetto.
Io non sentivo (e non sento tutt’ora) la necessità di un’apertura, cosa che invece Alessia voleva fermamente, ed è percepibile in alcune tracce….
Per il futuro abbiamo alcune idee…ad esempio, io vorrei proseguire con la rappresentazione del Giorno del Giudizio. “Dies Irae” infatti termina nel momento in cui la fine ha realmente inizio, ovvero l’Avvento della Bestia.
Quindi, in ogni caso, la dimensione eterea dovrà lasciare spazio ad un suono cupo e opprimente.

(Nicola)Nel salutare i nostri lettori, parlate ancora una volta voi direttamente di “Dies Irae”, cosa rappresentano le sette tracce che lo nutrono per voi dal punto di vista emotivo ma anche professionale e nel darvi l’‘ultima parola voglio ringraziavi dell’‘immediato feeling che si è creato, in bocca al lupo per tutto!

(Atrium Animae):“Dies Irae” è un concept album diviso in due parti.
Nella prima sono descritte le contraddizioni e le miserie della condizione umana attraverso l’utilizzo di testi provenienti dalla tradizione sacra (ad esempio alcuni Salmi dell’Antico Testamento) e profana.
La seconda parte, che da poi il titolo all’intero disco, riprende il tema dell‘omonima sequenza, il “Dies Irae”, ovvero la descrizione del Giorno del Giudizio. “Dies Irae” non è un disco sacro, ma un disco che racconta l’interpretazione del concetto di sacro da parte degli esseri umani.
E’ stato un lavoro lungo, e rappresenta punto di incontro, e contatto, tra le nostre due nature, per molti versi affini, ma per altri totalmente in conflitto, soprattutto per la differente visione dei temi trattati, e che necessariamente influenzano la composizione dei pezzi.
E’ un disco che ha bisogno di tempo per essere apprezzato nella sua complessità. E ha bisogno di attenzione. Il nostro consiglio è pertanto quello di trovare il tempo per ascoltarlo nella sua interezza, senza interruzioni, e dedicare totale attenzione all’ascolto dei brani.
Inoltre, poiché i testi assumono un'importanza fondamentale nell’opera, nel nostro sito www.atriumanimae.com abbiamo creato la sezione “lyrics” nella quale leggere i testi in lingua originale, o nella traduzione italiana e inglese. Suggeriamo quindi un ascolto del disco insieme al testo, e avere così una differente visione dell’opera.
Grazie davvero di cuore Nicola per la tua gentilezza e disponibilità.

E un caro saluto a tutti i lettori di Sounds Behind the Corner…

 

 

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